Il discorso di G. Silva

Il mio primo ringraziamento sia per te, Magnifico Rettore, perchè la consegna che oggi mi fai di questo grandioso Osservatorio è il felice coronamento di una lunga serie di misure da te prese con assidua cura, con intelligente previdenza, con amore instancabile da quando, subito dopo la tua elevazione a Rettore, ti esposi il desiderio, anzi la necessità che l'insegnamento dell'Astronomia a Padova riprendesse un più vivo alimento dalla ricerca scientifica, indirizzando questa agli elementi più moderni della fisica degli astri, che in questi ultimi decenni ha tanto esteso la conoscenza dell'Universo nello spazio e nel tempo.... Alle autorità presenti, ai rappresentati del Comune di Asiago, tanto benemerito verso questo Osservatorio, a tutti coloro che entro questa torre di osservazione e fuori di essa assistono a questa cerimonia, unisco a quelle del Rettore le mie espressioni di vivissime grazie. Ma io voglio qui sottolineare la presenza dei colleghi astronomi, amici carissimi, che sono qui convenuti perchè questa è una festa di tutta l'Astronomia Italiana. La nostra scienza richiede, forse più di qualunque altra, la collaborazione reciproca e ad un tempo la suddivisione del lavoro, sicchè nella ricerca dei mezzi più adatti al progresso astronomico noi ci sentiamo tutti solidali e l'acquisto che noi facciamo ora di un potente mezzo d'indagine è ragione di letizia per tutti.

Solo un triste ricordo ci addolora, ed è l'assenza di un eminente collega: Emilio Bianchi, che fin dall'inizio mi coadiuvò per la scelta della località e del tipo da adottare per lo strumento desiderato e mi fu vicino poi, insieme al collega Abetti, nella Commissione di consulenza che l'Università costituì, quando, confortati anche dal parere dell'Istituto Nazionale di Ottica, decidemmo di affidare all'industria italiana la costruzione di questo grande telescopio.

Una costruzione del genere, fatta senza che altre analoghe di minore dimensioni fossero state eseguite in precedenza, non copiata da costruzioni straniere, ma studiata ex-novo, è una tipica affermazione di quanto possa fare la genialità italiana, anche in un campo che solo pochissime case straniere, da lungo tempo attrezzate, coltivano.... Le Officine Galileo di Firenze assunsero la responsabilità di questa costruzione, consce dell'imponente prova, ma preparate a superarla. Ho seguito il lavoro dal primo progetto di massima agli ultimi particolari di costruzione, e sono stato ammirato dall'ardore con cui tutti i migliori tecnici delle Officine, chiamati dalla Direzione a risolvere singole questioni in cui ciascuno di essi era più competente, si applicarono all'affascinante problema. Le difficili condizioni in cui l'Italia si è trovata in questi ultimi anni, che richiedevano a tutte le industrie nostre i maggiori sforzi per la preparazione bellica o per le guerre in corso d'Africa, di Spagna e Mondiale, se hanno necessariamente rallentato la costruzione, non hanno modificato il primitivo intendimento delle Officine Galileo di fare opera perfetta. Oggi, inaugurandosi questo Osservatorio con il suo poderoso telescopio, possiamo dire raggiunto anche lo scopo nazionale che era nei nostri propositi: quello di affermare davanti al mondo la potenzialità tecnica che nel clima fascista ha saputo raggiungere l'industria italiana.

Giovanni Silva