Il discorso di G. Cussini
Eccellenze, camerati, il Consiglio di Amministrazione delle Officine Galileo, i Dirigenti e le maestranze tutte, Vi ringraziamo vivamente per quanto è stato detto sull'opera nostra, opera alla quale, fino da l'origine è mancato ogni scopo di lucro avendo per mira solo un'affermazione di italianità nel campo dell'ottica tecnica e della meccanica di precisione.
Seppur per ovvie ragioni, il lavoro si sia svolto al margine delle attività che dal 1935 hanno assorbito, in misura sempre maggiore, le nostre energie, tutti i camerati, ingegneri, tecnici, operai che hanno lavorato attorno a questo strumento hanno fatto, con fede ed entusiasmo, tutto il possibile perchè esso riuscisse perfetto in ogni sua parte.
Doveva infatti essere dimostrato che ben riposta era stata la fiducia mostrata dalle Autorità e dagli scienziati nell'affidarci questa difficoltosissima realizzazione.
Ora, il riconoscimento che in questa cerimonia ci viene fatto è il premio migliore alle nostre fatiche e tutti, tecnici ed operai, ne sono oltremodo grati ed orgogliosi.
Nel momento in cui il nostro cuore di Italiani esulta per questa vittoria in un'attività così squisitamente di pace, il nostro pensiero perciò va riconoscente alle Autorità che ci commisero il lavoro come agli Enti e persone che ne consigliarono ed appoggiarono l'esecuzione in Italia. In primo luogo il pensiero va reverente alla memoria dell'Eccellenza Emilio Bianchi cui il destino negò di essere presente a questa cerimonia e che fu attivo membro di quella Commissione di vigilanza, che nelle persone dei Proff. Silva ed Abetti, ci fu sempre vicina durante l'elaborazione del progetto e sempre ricca di consigli e, in ogni momento, comprensiva delle difficoltà che venivamo superando.
Grati, ricorderemo il R. Istituto Nazionale di Ottica in Arcetri che, nella persona del suo Direttore il Prof. Ronchi, affermò all'inizio la consistenza delle nostre possibilità tecniche, e che durante il lavoro ci fu largo di consigli e di consensi. Rileveremo, infine, che non è certo senza significato, e di ottimo auspicio per noi, il fatto che, durane la celebrazione del III centenario di Galileo, le Officine che, dal nome del Grande traggono onore ed insegna, abbiano consegnato allo studio patavino questo strumento, genuina espressione del lavoro italiano, oggi tutto teso verso un'altra e più luminosa meta.
Gli scienziati che prendono possesso di questo potente mezzo d'indagine, valorizzeranno la nostra fatica, noi, tecnici ed operai, memori del monito del Duce chi si ferma è perduto, ritorniamo, senza sostare, alle nostre macchine nelle nostre Officine per intensificare la produzione di quegli altri strumenti ottici che sono mezzi necessari per il raggiungimento dell'altra, più grande ed immancabile, vittoria. E, come sempre, Vinceremo!
Giovanni Cussini